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Descrizione

La prima citazione di Saliceto (Salocetum o Salexetum) figura nel più antico documento della regione, la donazione ad Aleramo ed ai suoi discendenti da parte dell’ imperatore Ottone I del Sacro Romano Impero, nella città di Ravenna il 23 Marzo 967. L’ esistenza del vecchio nucleo abitato sopra la collina della Margherita è documentata da Moriondo nei ( Monumenta aquensia) in data antecedente il X secolo. Il luogo era originariamente suddiviso in due borghi: Borgovero e Borgoforte, entrambi distrutti, si suppone, dai Saraceni durante le scorrerie tra i secoli IX e X. Nei XII e XIII secoli la collina mutò nome da collina della Margherita in collina della Rosa, toponimo che lascia supporre una presenza templare. Ai due borghi sulla collina, subentrò nel fondovalle il Borgo “Nuovo” che era protetto da una possente cinta muraria, dal perimetro pressoché quadrato (“oppidum”), cui si accedeva attraverso due porte: la porta Galera, aperta verso nord, e la porta Cunea, verso Sud. Entrambe le porte erano munite di ponte levatoio e difese da una torre quadrangolare. A metà del XIII secolo, Saliceto risultava l’ estremo avamposto meridionale, verso il mar Ligure, della Repubblica di Asti, alleata con i Marchesi del Carretto, signori delle Valli della Bormida nella lunga guerra che la contrapponeva ad Alessandria, Alba e al Marchesato di Ceva. Saliceto fu annesso al Marchesato di Finale verso il 1500, epoca in cui fu coinvolto da un intenso rinnovamento edilizio che raggiunse l’ apice con la costruzione della parrocchiale di San Lorenzo, monumento nazionale per la straordinaria architettura rinascimentale. Saliceto fu anche occupato dalle truppe francesi guidate da Napoleone Bonaparte dopo che l’ 11 Aprile 1796 l’ armata rivoluzionaria sfondò il fronte nei boschi di Montenotte. Lo stesso Napoleone dormì a Saliceto, in casa Roddolo, le notti del 16 e 17 Aprile, dopo la sanguinosa conquista del castello di Cosseria. Il nome stesso di Saliceto trarrebbe origine non tanto dai salici, abbondanti nel fondovalle e presenti nello stemma comunale, quanto dai Liguri Salii o Sallui, che oltre il Po, a settentrione, erano noti come Slassi, e pertanto significherebbe Saliorum Situm (luogo dei liguri Salii). I Salicetesi vantano due soprannomi: “cere faze” (facce false) e “maza-previ” ( ammazza preti, per un fatto delittuoso che coinvolse il parroco don Fenoglio Giovanni Battista, assassinato durante un violento temporale estivo nella notte tra il 28 e il 29 luglio 1875, per motivi rimasti misteriosi, e gli autori del crimine non furono mai individuati).

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